La creatività e la qualità delle collezioni presentate sono state di altissimo livello. Il calendario é stato ricco di eventi con tre giorni intensi durante i quali tutto si è svolto in maniera fluida, permettendo a tutti gli invitati di essere presenti agli appuntamenti programmati.
Una delle sfilate che più mi ha più colpito è stata quella di Rani Zakhem.
Il designer libanese, cresciuto in Kenya e che si divide tra Stati Uniti, Medio Oriente e Europa, rinnova il suo appuntamento con Roma per presentare le sua collezione Couture. Quest’anno ha voluto ispirarsi all’atmosfera del jet-set degli anni 70 e 80, tra luci, pailettes e stelle scintillanti portando omaggio a Dalida.
Rani, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Dalida, reinventa a modo suo lo stile di quell’epoca, filtrato attraverso la sua sensibilità e con il suo occhio contemporaneo.
Ecco quindi sfilare le jumpsuite, morbide e avvolgenti, che danzano attorno alla figura; gli abiti scollati all’americana che lasciando la schiena scoperta e che cingono il collo con fasce ora sottili ora avvolgenti, rese più importanti da dettagli di ricco ricamo in pietre e cristalli; gli abiti morbidi e scivolati, i cui volumi si allargano verso il basso e segnano la figura attorno al busto.
Ancora gli outfit in cui le maniche a pipistrello danno una connotazione precisa alla silhouette; gli abiti a sirena, con scollature asimmetriche, impreziositi da ricami floreali; le gonne corte e danzanti per una notte di gioia e divertimento senza fine.
Tessuti giocati in un contrasto di lucido e opaco a sottolineare le costruzioni asimmetriche di plissé e infine l’abito da gran sera beige e oro con effetto nudo e scintillante come quei meravigliosi anni.
Una tavolozza di colori che comprende il lilla, il giallo, il verde nelle sfumature pastello e nei toni del lime, il rosa, il blu e il rosso carminio, che hanno fatto sognare tutti noi presenti.