Il Lago dei cigni nella versione di Christopher Wheeldon

Dal 27 settembre al 5 novembre,  al Teatro dell’Opera di Roma, va in scena il Lago dei cigni nella versione del coreografo americano Cristopher Wheeldon.

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Regista e coreografo, studia alla Royal Ballett School e nel 1991 entra a far parte del Royal Ballet. Firma produzioni per le maggiori compagnie del balletto del mondo: il New York CIty Ballet, l’American Ballet Theatre, il San Francisco Ballet, il Pennsylvania Ballett, il Dutch National Ballet, il Royal Swedish Ballet, il Bolshoi Ballet ed il National Ballet of Canada.
Fortemente voluto dalla direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera dì Roma, Eleonora Abbagnato,  per portare per la prima volta a Roma una nuova versione del Lago dei Cigni, in cui l’ambientazione gioca tra il reale e l’irreale, tra il duro lavoro in sala dei ballerini e la fantasia del primo ballerino che apre le porte alla storia.

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La trama decisamente romantica ve la racconto brevemente: narra la storia della principessa Odette che un perfido sortilegio del malefico mago Rothbart, a cui la principessa ha negato il suo amore la costringe a trascorrere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno bianco. La maledizione potrà essere sconfitta soltanto da un giuramento d’amore.
Il principe Sigfrid si imbatte nottetempo di Odette, se ne innamora e promette di salvarla.
Ad una festa nella reggia di Sigfrid il mago presenta sua figlia che ha assunto le sembianze di Odette al principe che, convinto di trovarsi al cospetto della sua amata, le giura eterno amore.
A quel punto Il mago rivela la vera identità della fanciulla e Odette, destinata alla morte, scompare nelle acque del lago.
Wheeldon porta con sè come ospiti i primi ballerini del Royal Ballet di Londra: Lauren Cuthbertson e Federico Bonelli.
Lauren Cuthbertson, inglese, ha interpretato i principali ruoli del balletto classico (Giselle, Odette del Lago dei Cigni, Manon, Aurora etc.) e Wheeldon crea su di lei il ruolo di Alice per il balletto Alice’s Wonderland, descrivendo la sua abilità come unica nel rendere il personaggio sul palcoscenico naturale, onesto e capace di arrivare al punto.
Come entra in scena Lauren, mi lascio rapire dalla bellezza di questa ballerina, spettacolare sia come cigno bianco che nero. Nel passo a due dell’atto bianco Lauren si muove con delicatezza e si apre all’amore piano piano, muovendo le braccia come fossero veramente le ali del cigno e poi sempre con maggior trasporto attraverso romantici developpés e promenades. Rimango sempre più estasiata quando nel terzo atto interpreta il cigno nero: la diversitá tra le due interpretazioni è studiata con cura, un cigno scattante e veloce, sicuro di sè e seduttivo ma con eleganza, senza mai esagerare.

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Il principe, interpretato magistralmente da Federico Bonelli, è dolce e delicato nell’accompagnare il cigno. Ogni passo di danza rispecchia il suo stato d’animo con  giri impeccabili, salti alti e delicati. Tutte queste emozioni si susseguono con una intensità così profonda e travolgente da far dimenticare tempo e spazio.
Ho trovato bellissime le scene, semplici e delicate, e un corpo di ballo molto affiatato soprattutto nelle scene di insieme dei cigni e nel passo a tre interpretato da Alessio Rezza, Rebecca Bianchi e Susanna Salvi,  quest’ultima sempre solare, raffinata e padrona della scena.
Lo spettacolo si chiude con l’ ultimo atto dove realtà e fantasia convivono. Il principe Siegdried giura amore eterno ad Odette che lo ha perdonato: al mattino però  lo stormo torna in cielo e le fanciulle resteranno cigni per sempre. Il principe rimane solo, il lago svanisce e riappare la sala prove.

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Il sipario si chiude: io riemergo dall’isolamento in cui mi ero proiettata nelle tre ore della durata dello spettacolo ed il teatro esplode in un lunghissimo ed intenso applauso.