Un vero gioco del teatro nel teatro, esibito e “giocato” in modo magistrale grazie alla prova di tutti i 19 attori in scena, Lucia Lavia e Marco De Gaudio in testa, guidati dalla regia di Giampiero Solari che pone l’accento sull’aspetto divertente delle citazioni shakespiriane di cui la pièce trabocca, dai nomi degli attori che sono nomi di altri personaggi, dalle battute che si legano ad altre opere, tutto legato dall’invenzione scenica sul palco di una piattaforma girevole che ricrea quel moto circolare della vita che scorre attorno ai personaggi. La storia nella storia. Cambi costumi velocissimi e numerosi che contribuiscono a ricreare quel tipico teatro elisabettiano, dove lo spettatore vedi gli attori da ogni angolazione, e li osserva dalle balconate in legno, qui ricreate con eccellenti proiezioni scenografiche. Importantissimo il lavoro di Edoardo Erba che non solo traduce la sceneggiatura di Norman&Stoppard ma adatta testi, ricrea ironia e tragedia, lasciando intatto il ritmo serrato di tutta la rappresentazione e ricostruisce personaggi fondamentali come Marlowe o la Regina Elisabetta attraverso battute che li hanno resi indimenticabili. Come l’ultima dello spettacolo dove lei, la Regina, ricorda che “Gli Inglesi amano i cani !!” Ed infatti in scena un attore “cane” c’è … E’ un cane “attore” in realtà, il bellissimo Corgi ( la razza preferita dalla famiglia reale inglese) Gulliver che interpreta Macchia ne “I due Gentiluomini di Verona” che porta in scena un’altra citazione e un altro gioco nel gioco. Una compagnia bravissima di giovani attori talentuosi ed uno spettacolo che ci ricorda come Viola sia stata una rivoluzionaria e coraggiosa ragazza che si domandava “Come può un uomo interpretare una donna ?” ed abbia sfidato le regole per seguire la sua grande passione per il Teatro. L’amore è protagonista indiscusso, è il motore della vita e della scena, e se qualche volta non vince su tutto, al suo posto vince sempre e comunque il Teatro. Quello sul palcoscenico e quello della vita reale, che qui si fondono in una metafora immortale.
In scena al Teatro Brancaccio di Roma fino al 11 novembre 2018
con
LUCIA LAVIA (Viola/Thomas Kent MARCO DE GAUDIO ( Will Shakespeare)
LISA ANGELILLO (Regina Elisabetta/Molly) STEFANO ANNONI (Christopher Marlowe)
LUIGI AQUILINO (Ralph/Violoncello) ROBERTA AZZARONE (Robin/Ensemble)
MICHELE BERNARDI (Catling/Ensemble) LORENZO CARMAGNINI (Fennyman)
MICHELE DE PAOLA (Lord Wessex/Ukulele) NICOLO’ GIACALONE (Burbage)
CARLO AMLETO GIAMMUSSO (Wabash/Chitarra) ROSA LEO SERVIDIO (Balia)
PIETRO MASOTTI (Ned Alleyn/Chitarra) GIUSEPPE PALASCIANO (Adam/Flauto Traverso)
EDOARDO RIVOIRA (Nol/Chitarra) ALESSANDRO SAVARESE (John Webster)
GIUSEPPE SCODITTI (Henslowe) FILIPPO USELLINI (Sir Robert De Lesseps/Tilney)
DANIELE VAGNOZZI (Sam/Chitarra) GULLIVER (Macchia)
scene PATRIZIA BOCCONI costumi ERIKA CARRETTA
realizzazione video scenografica CRISTINA REDINI
coreografie e combattimenti BIAGIO CARAVANO aiuto regia DAFNE NIGLIO
disegno suono EMANUELE CARLUCCI direzione musicale MATTEO CASTELLI
direttore di produzione CARLO BUTTO’ direzione artistica OTI ALESSANDRO LONGOBARDI
Regia di Giampiero Solari – Regia associata Bruno Fornasari
Traduzioni di Edoardo Erba
Produzione di Alessandro Longobardi per Officine del Teatro Italiano in collaborazione con Viola Produzioni