Don Chisciotte nella versione di Baryshnikov

È andato in scena fino al 23 novembre il balletto Don Chisciotte che ha inaugurato la stagione 2017-18 del Teatro dell’Opera di Roma.

É la prima volta nella storia che la stagione si apre con un balletto e non con un’opera. Si tratta di un evento unico ed eccezionale, all’insegna del quale prende avvio anche la terza stagione di balletto sotto la direzione di Eleonora Abbagnato. L’unicità  è enfatizzata dalla presenza di due grandi protagonisti della storia mondiale della danza: Laurent Hilaire, già étoile e Maître de Ballet associé à la Direction de la Danse dell’Opéra di Parigi e attuale Direttore Artistico del Balletto dello Stanislavsky and Nemirovich-Danchenko Moscow Music Theatre, e Mikhail Baryshnikov, un mito vivente, considerato tra i più grandi ballerini del nostro tempo.

Di Baryshnikov è l’idea di immaginare questa nuova produzione quasi come una favola, una storia che conserva il divertimento e l’ingenua sincerità dei racconti per bambini. Le sottili sfumature della danza classica si fondono quindi, in maniera armoniosa, con un’interpretazione del tutto nuova delle scene e dei costumi firmati dal Maestro Vladimir Radunsky.

Tra i più noti autori e illustratori di libri per ragazzi, Radunsky afferma di aver colto sin da subito nel libretto classico gli elementi a lui familiari dei racconti per i bambini. Concepisce allora la scena come un gigantesco giocattolo, un enorme libro pop-up, o se si vuole, uno di quei teatrini di carta a grandezza naturale, animato al suo interno dalla presenza di ballerini in carne e ossa, vestiti con abiti grotteschi dall’accattivante sapore fumettistico.

La scenografia è creata in collaborazione con A.J. Weissbard, acclamato lighting designer e scenografo teatrale, che per Don Chisciotte progetta un sofisticato sistema scenico e di luci, così che l’idea del grande libro-giocattolo prende le forme concrete di un’installazione originalissima e dal forte impatto visivo.


La trama del balletto narra del tentativo infruttuoso di un uomo molto ricco, Gamache (Comacho nel romanzo), di sposare la bella Kitri (Quitera) che invece si innamora di Basil (Basilio), un giovanotto del villaggio. Il padre di Kitri non vuole che sua figlia sposi Basil. Allora Kitri e Basil scappano e organizzano una festa in una grotta, ma il padre li vede e li insegue arrivando così alla grotta. Basil, visto il padre di Kitri, fa finta di essere in punto di morte. Kitri allora chiede al padre l’approvazione del matrimonio prima che Basil muoia e il padre approva, Basil si alza da terra e dopo un po’ si festeggia con una gran festa.

Tutta la briosità, il vigore, l’allegria e il romanticismo di questa nuova produzione sono stati affidati alla bravura e all’interpretazione di ospiti straordinari:  la principal dancer dello Staatsballett di Berlino Iana Salenko, il lead principal dell’English National Ballet Isaac Hernández e il principal dancer del San Francisco Ballet Angelo Greco, all’Etoile Rebecca Bianchi e al talento dei solisti Susanna Salvi, Alessio Rezza e Michele Satriano, che danzano insieme al corpo di ballo capitolino. In diverse serate i ruoli principali sono stati affidati ad Alessio Rezza ed alla solista Susanna Salvi: quest’ultima, perfettamente calata nella parte di Kitri, riesce con la sua grazia ed eleganza e con i suoi virtuosismi  a rendere invisibile la tecnica.

Ci si augura che presto anche lei abbia dei riconoscimenti, poiché ormai interpreta sempre più spesso ruoli da prima ballerina altamente meritati.
All’insegna dell’internazionalità e in un serrato alternarsi di stili e originalità interpretative, i protagonisti hanno conquistato il pubblico presente in sala con virtuosismi di altissima tecnica e con una energia che ha coinvolto e trascinato tutto il Corpo di Ballo, che a sua volta ha offerto una ottima prova delle proprie qualità interpretative e tecniche. Bravi e briosi i toreri capeggiati da Giacomo Castellana.

Un ottimo Basilio interpretato da Alessio Rezza ha incantato il pubblico, bello, spontaneo, leggero nei salti e con una tecnica virtuosistica importante. Gli interpreti sono stati salutati da applausi a scena aperta ad ogni Gran Pas, al  Manège, al  Dégagé dei protagonisti, rispettivamente maschile e femminile, con grandissimo entusiasmo per le piroette del conclusivo Pas à Deux, del Grand Jeté e dei Fouettes di Susanna Salvi.
Anche per questa rappresentazione,  la gioia di vedere un teatro sempre pieno ed un pubblico che si avvicina sempre di più alla danza classica.