Il Teatro dell’Opera di Roma presenta LE PARC

Le Parc é arrivato finalmente al Teatro dell’Opera di Roma dal 5 all’11 Maggio.

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Una nuova sfida per la direttrice del corpo di ballo del teatro dell’opera Eleonora Abbagnato che per la prima volta presenta ” Le Parc”, mettendosi nuovamente in gioco ballando il ruolo principale accompagnata dal suo amico e partner in tante rappresentazioni Stéphane Bullion, étoile dell’ opera di Parigi.
Il balletto é ambientato in un giardino alla francese di epoca barocca e raffigura una rappresentazione dei giochi amorosi che nascevano tra giovani amanti dell’epoca. Il coreografo Angelin Preljocaj ricrea l’atmosfera del XVIII secolo con un linguaggio coreografico che è invece alquanto contemporaneo e studiato nei minimi particolari in relazione alle musiche.

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Preljocaj mantiene il suo vocabolario gestuale perfettamente coerente con il suo stile, contraddistinto da linee spezzate, corpi obliqui, piccoli salti che interrompono i passi, teste che s’inclinano, portés acrobatici. Ma l’originalità di Le Parc si manifesta anche attraverso il modo in cui viene sviluppato il soggetto: tutta la storia si svolge come se i protagonisti fossero racchiusi in una vetrina, e si ha l’impressione che lo sviluppo narrativo sia alimentato dai quattro giardinieri che puntualmente appaiono all’inizio di ciascun quadro come preludio alla scena successiva.

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La prima parte si svolge in un’atmosfera giocosa attorno ad un gioco di sedie che coinvolge l’insieme del corpo di ballo: alle provocazioni di seduzione femminili rispondono gli uomini, vigorosi e sicuri di sé.
La simmetria della struttura scenografica e gli abiti settecenteschi dei ballerini sembrano contrastare con la femminilità delle ballerine, che disegnano i contorni dei loro seni con le dita, lanciano sguardi seduttori anche se velati ai loro partner ideali. Nel primo passo a due, i due giovani si toccano poco: il giovane sfiora appena prima un braccio e poi una caviglia della sua dama. Ballano insieme, su linee simmetriche e parallele, di spalle l’uno all’altro. Appena lei volge lo sguardo verso il partner lui salta di gioia, sorpreso dall’emozione che cerca tuttavia di trattenere. La storia del balletto si evolve via via in un crescendo, in cui i protagonisti si sottomettono gradualmente alla forza dei loro sentimenti. Le tonalità della scenografia diventano più sobrie, nel trascorrere della giornata fino al tramonto; le donne si svestono dei loro abiti ingombranti per lasciar spazio ad indumenti più intimi e femminili. E’ il momento finalmente in cui le emozioni possono iniziare a manifestarsi liberamente, quello in cui le dame si divertono, sorridendo dell’amore.

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Mentre le donne indossano oramai costumi leggeri, gli uomini le conquistano, i loro corpi iniziano a toccarsi in maniera più totale e disinibita, cedendo al desiderio. Il passo a due  rappresentativo di quesa parte é doloroso, vissuto come un tradimento: la donna respingerà le avances del partner dopo averle in un certo senso fatte nascere.
La parte conclusiva contiene un momento quasi unico della danza contemporanea: un bacio che si sviluppa attraverso una spirale aerea di corpi, la donna abbraccia al collo il suo amante che facendola girare la solleva da terra: é il momento dell’abbandono.

Gli interpreti Stéphan Bullion ed Eleonora Abbagnato sono per tutto il corso dell’esecuzione perfetti,  sotto l’aspetto  tecnico e quello  interpretativo dando veramente prova di essere all’altezza del loro ruolo con una grande professionalità.
Un’intesa perfetta anche sul piano emotivo ha contraddistinto tutta la loro performance sublimata dalla tenerezza e dalla profondità delle note mozartiane.

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